SEMBRA POLITICA, MA E’ TEATRO : SI APRE IL SIPARIO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI 
 
SEMBRA POLITICA, MA E’ TEATRO : SI APRE IL SIPARIO
Il cittadino comune che segue con distaccato interesse la politica potrebbe, ora, liberarsi di tutto quel ciarpame che da anni e anni lo perseguita sotto diverse sigle. Non c’è più bisogno di schierarsi a destra o a sinistra e si ha vergogna di aver dato credito ai partiti. Anemizzatasi la passione politica, questo assurdo è finito nei “burlesque” del varietà. La politica nel suo insieme ha rappresentato un vasto repertorio e ha fatto vivere a lungo la scadente comicità degli spettacoli accascianti per consentire alla editoria moralistica e ai fustigatori del costume di essere rigogliosi di anatemi. Per decenni, ogni bilancio della risata si concludeva con questa lamentela: “come siamo caduti in basso!”. L’opinione pubblica non può certo dire di essere stata presa in giro perché lo scandaloso panorama offerto dai politici era noto a tutti. La storia di chi ci ha governato era ampiamente esaurita da più di cinquant’anni. Poiché da essa ne hanno tratto tutti i possibili vantaggi e profitti, la classe politica ha atteso a lungo affinché la giustizia facesse scoppiare la Norimberga auspicata da Pier Paolo Pasolini sul “Corriere della Sera” nell’agosto del ’75. Nei suoi articoli rimproverava i comunisti di essere i veri democristiani; tra gli uni e gli altri aveva decifrato una sintonia ideale. Bettino Craxi non si era ancora profilato all’orizzonte. Se ne parlava come di un uomo di non comune statura intellettuale, destinato a un grande avvenire sulla scena politica. A che cosa abbiano obbedito i vari pool era già facile indovinare: al desiderio di screditare, di infangare quel periodo nel quale mise le radici “turlupineide”. La coventrizzazione della politica prevedeva la distruzione della parte non di sinistra della Dc e il salvataggio totale, con qualche “dimenticanza”, del Pci e del suo modo di ottenere “sussidi”. I vertici della sinistra si videro poco a poco ridotti al rango di scaccini, i volenterosi che fanno le pulizie nelle chiese. I diccì che avevano attaccato il palladio al compromesso storico furono ben lieti che la magistratura eliminasse il “terzo incomodo” e cercasse di scavare la fossa politica a chi si opponeva. Chi non si lasciava cooptare era accusato di non appartenere alla parte sana del paese. La verità, elusa per tanto tempo soprattutto dalla stampa e dal grande capitale, ha cominciato a farsi largo. Oggi una grande macchia oscura la credibilità di tutti i partiti; condanne vengono distribuite nel tempo. Il tempo è inesorabile. La feccia – direbbe Emil Cioran (nella foto) che non ha mai avuto fiducia negli uomini – può promuovere il mito. Il conciliante discorso alla Camera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, supplicante la collaborazione e, soprattutto, il “dimenticatoio”, dovrebbe spegnere impulsi vendicativi. La politica usata fino a ora per diverse imbandigioni è la più squallida; naviga da un emisfero all’altro sperando di trovare una terza via.
MAURIZIO LIVERANI