FATEMELO DIRE
Con quella sua naturale disposizione alla retorica, il defunto senatore Giovanni Spadolini (foto), rievocando la figura del Duce, scriveva: “Sì, nessuno tema di confessarlo: Mussolini ha fatto una politica ardita, ardente e perentoria; talvolta prudente, talaltra spregiativa di convenzioni anacronistiche, nemica dei sentimentalismi e delle rettifiche, ma sempre e solo italiana”. La democrazia liberale era, allora, per l’amabile senatore “una forza dissociante e particolaristica, responsabile del crollo, insieme ai detriti del giudaismo”. Spadolini aveva già (si era alla vigilia della Resistenza) l’aria di un placido monsignore ma era un giovane di appena… venticinque anni. Alla stessa età Piero Gobetti moriva ucciso a Parigi, lasciandoci in eredità studi storici come “Risorgimento senza eroi”, un’acuta analisi della vita italiana da Cavour in poi.
Nel sinistro più di sinistra, i ninnoli del comunismo sono passati di moda; non vengono rispolverati i ferri vecchi dell’antifascismo e si fa fatica a far rinascere dal letargo lo spirito della Resistenza. Si avvera, nelle piazze, nelle assemblee, quanto scrive Alberto Savinio: “Il rivoluzionario è un uomo di superficie. Caccio fuori – concludeva – la parola che mi brucia nella lingua: è un frivolo”. Il frivolo progressivo sembra contento di essere diventato – come lo definisce il Censis – scialbo senza perdere, però, il pane e il lattuccio della ribalta.
Il riciclaggio sembra non rechi più alcun vantaggio; resta sempre una tentazione per alcuni intellettuali, passati dal paradiso del progressismo snob al serraglio dei disperati.
Gli italiani se ne sono ormai resi conto, con grande piacere mandano al diavolo le “pulci ideologiche” della sinistra.
Non è più necessario alcun pentimento. E’ quanto scrisse alcuni anni fa Vittorio Strada, docente all’Università di Mosca, segnalando questo paradosso: “I vinti (i tedeschi) sono i veri vincitori”. Partendo da questa premessa l’Italia sarà sempre sottomessa, finanziariamente, alle… Merkel.
C’è sempre qualche Napoleone dell’economia pronto a precisare che ci attendono ancora due o tre anni difficili; gli italiani tirino un po’ la cinghia, non le cuoia.
Ormai le religioni possono produrre fanatismi, persecuzioni e guerre. Per il momento, l’aldilà non è un altrove; l’inferno è un paesaggio sconosciuto in cui non siamo sicuri di andare. Più del Paradiso e dell’Inferno, il Purgatorio, stando alle ultime rivelazioni, ha la consistenza di un corpo chimico e psichico. Se ne conosce persino la data di nascita: il sei marzo del 1254 con papa Innocenzo IV.
MAURIZIO LIVERANI
Commenti e aforismi tratti dalle opere di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli