SI ILLUMINA DI MINNITI

di Maurizio Liverani

“E’ meno male non aver leggi -ha lasciato scritto Ugo Foscolo- che vederle violate ogni giorno”. Questo assioma ci è venuto in mente meditando sulla condotta di papa Francesco che  biasimava chi faceva “guerra” ai migranti. Qualche tempo dopo il papa “tentenna” è di avviso completamente diverso asserendo che bisognava ostacolare questo afflusso massiccio. Con questa asserzione conquistò le simpatie degli esponenti della Lega, gli altri individuarono in lui il perfetto democristiano capace di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Nel frattempo la situazione in Italia, grazie a questa invasione incontrollata, è diventata catastrofica. Però si è anche appreso che alla migrazione hanno dato il contributo uomini della Chiesa, soprattutto frati in combutta con gli scafisti. E’ da quel momento che prese piede la convinzione che il suo papato, dilaniato dal contrasto tra diversi cardinali, dovesse avere vita breve. Dopo aver messo a nudo le malefatte di alcuni alti prelati, il papa è rimasto nella Curia senza amici i quali hanno subito messo in luce la sua inadeguatezza. Qualche volta ha l’aria brusca di un chirurgo frettoloso, altre volte inalbera il volto sublime della bontà vera; somiglia a una farfalla che subisca l’autorità delle perturbazioni atmosferiche. Con una certa bruscheria, il nostro ministro degli Interni Marco Minniti è andato a far visita a papa Francesco; non si sa se per muovergli rimproveri o per chiedere una maggiore coerenza. Alcuni sostengono che, in barba al suo ateismo, il ministro si sia presentato come un martire dal corpo coperto di frecce; insomma, un san Sebastiano del momento. Non avrebbe trovato altra ragione per quell’incontro che carpirgli una certa benevolenza e chiedere da parte della Chiesa il rispetto delle leggi dell’accoglienza, secondo le regole della nostra Costituzione. Sarebbe andato lì a barattare un compromesso, un’attività assai in voga in questo momento in Italia. Sotto quella fronte, quella di Francesco, che scherzosamente si dice lavori tanto, Minniti avrebbe trovato un accordo. Era partito con l’intenzione di duramente criticare la condotta del Vaticano, poi ha rinunciato a segnalare le colpe della Chiesa in questa catastrofica vicenda. La soluzione ottimale sarebbe questa: rispedire i migranti nella loro terra d’origine inducendo l’occidente a industrializzare le loro zone. Il papa argentino è un autentico gesuita; ondeggia senza mai prendere atteggiamenti decisi. Il nostro Paese, tra i tanti guai che l’affliggono, ha quello di ospitare un’autorità che con le sue oscillazioni, attraverso vari concordati, ha reso non pochi danni allo Stato nazionale.

Maurizio Liverani