SIAMO RIDOTTI… AL FORMATO RIDOTTO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

SIAMO RIDOTTI… AL FORMATO RIDOTTO

Già Federico Fellini, con “Roma” e “Prova d’orchestra, aveva colto la stanchezza e la monotonia del dinamismo politico e cattolico della Capitale. In questa “Roma” c’è da qualche anno un sublime odore nichilistico che avvolge tutti, politici, sindacalisti, alti prelati; finiti ogni compimento, ogni speranza, ogni promessa, il verme solitario del nichilismo divora tutto. Deriva da ciò una indefinibile sensazione di inutilità in cui non si vede un rapporto di necessità tra le cose. E da questo senso di inutilità nasce il fatto che la politica e la Chiesa stiano perdendo le proprie giustificazioni. Una volta c’era la ricerca di motivazioni sulla strada del “sacro”; Pier Paolo Pasolini scrisse, vedendo la moltitudine dei credenti che si avviavano a rendere omaggio al papa, un lungo articolo che si concludeva con questo grido: “Urge il suicidio!”.

L’impegno a senso unico si è rivelato, con il tempo, una sorta di alienazione. Soltanto le mezze tacche cadono nella trappola e si appassionano agli “aut aut” della politica, enfatizzati dai mass media. Sembra che nessuno abbia più tempo per meditare sui mali della Capitale e sulle medicine più adatte per curarli; i sindaci si lambiccano il cervello per “durare”. Roma non è più la terra promessa per le loro ambizioni. I nuovi leader hanno ormai agli occhi di tutti una fisionomia bruciacchiata; sono capi in formato ridotto. 

MAURIZIO LIVERANI