SILVIO BENEDETTO A RAVANUSA: DA “DIONISO” AL “DIALOGO CON IL MUSEO”
Nei lunghi anni della sua nota traiettoria artistica, innumerevoli volte Silvio Benedetto ha rielaborato le sue sensazioni visive, le sue memorie tattili, le sue conoscenze (approfondite negli anni) sulle testimonianze che il passato ha generosamente lasciato in eredità a noi umani. Riversandole, grazie al suo straripante e polimorfo flusso artistico – ora intimo e delicato, ora massiccio ed energico – in murales, pitture di cavalletto e tele di grandi dimensioni, disegni, tecniche miste, terrecotte e bronzetti, monumenti, installazioni, regie teatrali, racconti, poesie…
Una delle sue opere recentemente realizzate si appunta oggi come ulteriore ‘gemma’ sulla nuova veste del Museo Archeologico di Ravanusa: ecco dunque stagliarsi sulla facciata, ad accogliere i visitatori, il bianco-lucido profilo del «DIONISO» dipinto da Benedetto con smalti ad alta cottura su pietra lavica (ricordiamo anche, su questo tema, il suo testo teatrale “Dioniso d’inverno” e diversi suoi bronzetti): un chiaro omaggio al prezioso contenuto dell’edificio e alle greche radici della nostra cultura che hanno raggiunto il cuore della fertile terra-Sicilia tante volte suggellata dal fuoco dell’Etna.
Il Museo, che racchiude reperti provenienti dal vicino Monte Saraceno come l’importante “Mulo e Satiro”, per volontà dell’Amministrazione Comunale, festeggerà la riapertura delle sue porte accogliendo i visitatori con un gruppo di opere di Benedetto – appartenenti alla raccolta “DIALOGO CON IL MUSEO” – che il maestro ha selezionato per questa occasione in quanto da lui realizzate in dialogo, appunto, proprio con alcuni reperti di questo Museo. Questa mostra, che si aprirà domenica 8 agosto 2021 alle ore 20, sarà visitabile sino al 30 settembre 2021 negli orari e giorni di apertura del Museo Archeologico “Salvatore Lauricella” di Ravanusa (Agrigento) che la ospita.
“Mi piace pensare a questo “Dialogo con il museo” – ci dice Silvio Benedetto – come ad una sezione nell’ambito di un nutrito corpo di opere mie che sto pensando da tempo di riunire in un più generale “Dal sacro al sacro” comprendente, oltre ai miei dialoghi con l’archeologia, anche temi come mitologia, ritratti, riferimenti religiosi e temi di attualità che mi stanno particolarmente a cuore.”.
A questo proposito citiamo parte di un testo di Silvia Lotti: “Una sorta di ‘sacralità laica’ pervade gran parte dell’opera artistica (se non tutta) di Silvio Benedetto. La ritroviamo nel suo oscillare tra il lasciarsi attrarre dalla fascinazione dell’arcaico, tra l’immergersi nella purezza di un senso di un divino terrestre assolutamente intimo (avulso dalla convenzione di una qualsiasi forma di religione codificata), e il cedere-indurre a un abbandono sospeso nell’indefinibile; tra un suo aprirsi all’incontro con l’altro senza convenevoli e il ritirarsi in una dimensione altra e altrove; ma ritroviamo questo senso del sacro anche nel suo indignarsi ancora una volta con energia e lealtà sempre. La ritroviamo, così, nella sua evocazione (come uomo di cultura) di un evento o personaggio mitico o religioso, nel ritratto di una figura con cui egli (uomo, prima che artista) ha anche condiviso parti del proprio vissuto, nel suo schierarsi (in quanto partecipe attivo del proprio tempo) ad un fatto di attualità, come esaltazione o come denuncia (una lotta politica, un incidente sul lavoro, la dedizione a un ideale o ad una passione…): la qualità di artista, oltre che nella tecnica, nelle modalità, risiede anche e soprattutto nei contenuti.”.
Chissà che “Dal sacro al sacro” non diventi il titolo di una prossima grande mostra di Silvio Benedetto. Nel frattempo vi invitiamo nel centro storico di Ravanusa (provincia di Agrigento) a ‘dialogare’ a vostra volta con questo “Dialogo con il museo” del maestro italoargentino (“lo spettatore completa l’opera apportandovi intime sensibilità grazie anche alle proprie ‘schede’ e capacità di lettura”, sottolinea l’artista), e vi invitiamo ad inoltrarvi nelle sale del Museo Archeologico “Salvatore Lauricella” per uno sguardo sulle opere dell’uomo che ha abitato quel territorio: dal preistorico Neolitico del IV e V millennio a.C. all’epoca greca arcaica e classica fino alla fine del III secolo a.C.