Immaginiamo un pittore che tratto su tratto, dipingendo, dice a sé stesso “Se un giorno farò un dipinto…”. Invece si trova già davanti a sé, sorta (o risorta?), l’opera.
Non è in realtà un’opera in fieri, né una “somma di distruzioni”: è distante.
Silvio Benedetto nel personaggio del regista (regista, lo è anche dello spettacolo) da inizio a una scena: la ferma. La propone nuovamente. Ma cambiano alcuni protagonisti. Poi propone un’altra scena ma, a sorpresa, uno degli attori la interrompe attraverso un intervento ludico (il classico trenino ricorrente in diversi allestimenti precedenti) o recitando un brano teatrale assolutamente estraneo al contesto: come risposta allo sguardo del regista costui dice “…può essere un’idea, se un giorno faremo uno spettacolo…”.
Altri istanti si compongono e si decompongono attraverso l’interazione col pubblico.
Questo gioco di push-pull a volte sfiora con leggerezza, altre volte penetra in profondità il tema dell’amore (anch’esso ricorrente in diversi allestimenti precedenti). Anche ferendo.
In queste alternanze sono assai affiatati Alessandro Tranquilli (che si propone tra contenuto rigore e imprevisti exploit), Claudia Silletti (con voluta svogliatezza insieme ad accessi seduttivi), Silvia Lotti (voce e corpo di fiabesca poeticità e tangibile sensualità, che collabora anche all’ideazione di “Se un giorno farò uno spettacolo”).
Il pubblico lascia il luogo scenico durante l’abbandono passionale ad un tango danzato per raggiungere il tradizionale appuntamento della cena insieme, atteso al piano superiore da Anna e Audrey.
Testi di Federico García Lorca, Roland Barthes, Fernando Pessoa, Pablo Neruda, Octavio Paz, Santi Geraci, Silvia Lotti e dello stesso Benedetto.
Musiche di Isaac Albéniz, Biagio Antonacci e tanghi argentini.
Domenica 29 ottobre 2017 ore 21 puntuali, appuntamento in strada davanti al portone di Lungotevere Flaminio 62. Posti limitati. Necessaria prenotazione: 339 6950783.