IL SOGNO SALVA LA COPPIA

di Maurizio Liverani

Il richiamo, un piccolo cenno, è bastato, a questa rubrica, per attrarre una valanga di contatti proprio nel momento in cui per gran pare della critica di film veramente erotici non esistono. La palma della sensualità va tutta a Billy Wilder, regista di “A qualcuno piace caldo”. Ma prima di tutto a Marilyn Monroe, eroina dell’erotismo morbido. Wilder era viennese e la sua cultura era mitteleuropea. Forse sarebbe stato il più adatto a trattare il racconto “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler, viennese pure lui, da cui, invece, Stanley Kubrick ha desunto la pellicola “Eyes Wide Shut” (Occhi aperti e chiusi), del 1999 e sua ultima opera. Ricca di pregi e sorprendente sul piano dell’erotismo. Sulla  presunta “audacia” di “Occhi aperti e chiusi” ci si consenta di dire che la pornografia più pericolosa, anzi detestabile, è quella del sentimentalismo: cioè la pornografia rosa che rappresenta la vita come un sogno agevole. Meglio nessun fine che un fine morale. “L’erotismo è l’affermazione della vita sin dentro la morte”, dice Bataille, uno che di sesso se ne intende. La prassi delle religioni è ostile alla vita; ed è per questo che il film di Kubrick è stato per anni velato. A parte considerazioni di ordine estetico fa più danni l’erotismo all’italiana, approvato dalla tv, che il vangelo del sesso dell’”Amante di lady Chatterley” di Lawrence, condannato a lungo dalla censura. La censura è tollerante con i film che mostrano poppe, cosce, per dirla franca; ma se il gioco si fa raffinato procura quell’”exacerbation cerebri” del libertino. Il sesso, vissuto anche con sofferenza, è liberatorio; ci toglie il senso di colpa perché fa tabula rasa delle inibizioni, dischiude la mente verso approdi tutt’altro che teologici. I due protagonisti del film di Kubrick affidano alla fantasia la sublimazione della vita, la trascendenza in una quotidianità che altrimenti sarebbe piatta. La realtà, ci hanno insegnato i greci, bisogna annichilirla nel sogno. L’erotismo al pari del genio è il risultato del lavoro della mente. I nostri amori possono apparire esteriormente “petrarcheschi”, ma nel centro dell’intimità sessuale sono ”oraziani”. All’indebolimento romantico si accompagna con gli anni un raffinamento, a volte, perverso. Nel film di Kubrick, Bill (Tom Cruise) e Alice (Nicole Kidman) formano una coppia unita da nove anni. A un certo punto, con lei accosciata sul water e lui che si specchia, arriva lo scambio di fantasticherie. Alice confessa un tradimento con un marinaio; sconvolto, il marito si avventura nella notte in cerca di perdizione. Procede mascherato anche in complicati giochi erotici nei quali tutto è lecito. Quando è solo con se stesso l’uomo scopre spesso aspirazioni e sentimenti da donna; quando si va a vedere in se stessi si riesce a conoscere quella parte dell’altro sesso che è in tutti noi. Il pieno reciproco possesso rinasce dopo un viaggio in una realtà che sa di sogno; e il rapporto, allora, può tornare a essere una forma naturale di possedersi. Quando il sesso cessa di essere una funzione e si imparenta con l’erotismo si possono fare viaggi verso imprecisati piaceri. Nelle fantasticherie si può inclinare anche alla dissolutezza e abbandonarsi apertamente alle pulsioni. Nel film c’è un sublime odore mortuario che l’”alt” del sogno e delle fantasie cancella. E’ il romanticismo ipocrita che qui viene condannato. Può anche accadere che la nuova morale sia più ardua e imprevedibile della vecchia. Film intelligente, per palati raffinati, mai volgare, con due interpreti belli e non dannati, come lo sono i giovani d’oggi. I greci hanno immesso in alcuni loro grandi successori quel misterioso alone che rende più affascinante la vita.

Maurizio Liverani

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NELLA FOTO:

Marilyn Monroe nella copertina della rivista New York Sunday News 1952