SPERDUTI NEL BUIO

di Maurizio Liverani

Per anni Paolo Gentiloni è stato uno di quei personaggi di cui non ci si accorge. Ora che, all’improvviso, collezionando opinioni altrui si è procurato un’insegna importante, dà sui nervi persino a Massimo D’Alema. Che un tipo come l’attuale premier si atteggi a Noè e si riveli, con l’aria di un portalettere, una sorta, “a sua insaputa”, di inviato dal Signore allarma tutti. C’è già chi lo rimprovera di atteggiarsi a sicuro condottiero per condurre in salvo l’Arca di questa dissestata democrazia. Come condottiero Gentiloni non ha “le physique du role”. Non fa nulla di particolare per assurgere a mito del centro-sinistra (con trattino) come se fosse un’idea sua; non fa nulla per imporsi. Le reti televisive, sia statali che private, lo trascurano. Prima che si faccia chiara la sua linea politica, le muffe della decomposizione si sono ben annidate nella sua folta capigliatura e nella nostra democrazia. Ancor oggi dà l’impressione che non sia facile, per lui, generare grossi pensieri. L’unica cosa certa è che nel suo cervello procedono appaiati la fiducia nel centro-sinistra (con trattino) e una gran voglia di peccare contro il centrosinistra (senza trattino). Tra tante facce nate per la noia, Paolo fa pensare a un astro o a un attempato Davide capace di intraprendere un combattimento contro Golia. Ma va subito aggiunto che nella casa politica nostrana certe “chicche” come lui passano per quel che c’è di più interessante. In questi giorni chi non “gentilonesca” è perduto. Il “gentilonismo” è una ideologia incentrata sull’accontentare tutti in tutte le direzioni, assumendo e rifiutando, contemporaneamente, tutte le posizioni. Chi non è con lui non pensi alla politica. La sua ideologia è di moda. Continua a ripetersi che per restare premier deve emendarsi dai “nuovismi”. Gentiloni vuole prendere una posizione di incontro – scontro con la destra. Con quell’aria di padre della patria in pectore non vuol venire ai ferri corti con nessuno; il suo terrore è l’anticipata chiamata alle urne in questo momento pieno di incognite per un partito che non attrae e vede intensificarsi alla sua destra movimenti irriguardosi. Da quando Matteo Renzi è “sostegno” del governo, alcuni trattano Gentiloni come un ragazzotto senza arte né parte; altri, che si attribuiscono le sue stesse caratteristiche, schiumano gran rabbia. Le piccole manovre vorrebbe partorirle soltanto lui; le sue “ardue” iniziazioni vuole manovrarle in proprio, senza coabitazioni e condomini. Il povero Clemente Mastella (nella foto) è stato costretto a buttarsi sul mercato della sinistra. Guardandosi allo specchio, il beniamino di Ceppaloni deve essersi detto cose incoraggianti sul proprio conto nell’illusione che sia ormai scoccata la sua ora sul quadrante della storia. Nello sciame delle dichiarazioni che accompagna, in questo momento, il parlamentarismo, Mastella si è deciso di fare un volo-jet che somiglia, però, al ronzio di una vespa.

Maurizio Liverani