STRATEGIA DELL’ODIO

di Maurizio Liverani

Una strategia, edificata su uno “statuto speciale”, eliminava di volta in volta gli oppositori, anche nel dopoguerra, dapprima accusando chi, oltre agli olocausti di Hitler, ricordava quelli di Stalin, di Tito, quindi le “foibe”, di Pol Pot e in seguito chi, pur non stando a sinistra, era di intralcio come Bettino Craxi, condannato attraverso il terrorismo giudiziario all’emarginazione. La sensazione di disfacimento è frutto di questo salto nell’ignoto di chi non ha avvertito in tempo che i comunisti, grazie a questo “statuto speciale”, hanno stretto il cappio al collo della nostra democrazia. Per anni, il Pci non ha saputo offrire niente di meglio come modello del sovietismo. Oggi, questa utopia è accettata quietamente e affidata a esseri privi di entusiasmo, privi di idee costruttive, privi di fede, di illusioni, di certezze. Sono anche loro, come noi, coinvolti nell’”agonia dell’indistruttibile”. Non è passato che qualche anno che si fa un quadro ancor più fosco parlando addirittura della mediocrità della politica. Siamo ben al di là dell’agonia dell’indistruttibile; oggi ci si trova a testimoniare il disfacimento integrale. Di questo nuovo “medioevo” hanno posto le basi inerti, passivi profittatori delle libertà democratiche, proprio quei comunisti che per anni e anni si sono impegnati a vilipendere, a buttar per aria gli ultimi residui di una civiltà che li ha sfamati e alla quale non hanno certo dato il più piccolo contributo. Ora si vantano di essere i campioni di un democraticismo esteriore che si riduce a cercare consonanze con le lobbies, con i poteri forti, con la Chiesa; dal Paese, dagli italiani sono lontani come la beneficenza dalle beghine. I maggiori responsabili sono   provvisti di una intelligenza che hanno avvilito nel dimenarsi nei giochi dei partiti, senza prima indagare sul fango delle origini. Scava e scava in quel lontano passato si può ritrovare il “ritratto” di un giornalista che autorizza sospetti sulle collusioni tra mafia e politica. In una nota riservata del 1961 sull’agenzia Italia si legge questa intestazione: “Notizie non diramate: loschi figuri tra i collaborazionisti di Milazzo”. La sua scomparsa è ancora avvolta nel mistero. Prevale l’ipotesi che sia stato ucciso dalla mafia. Un’ipotesi inquietante ma imposta per vera; per dirla meglio, “imposta” come tale.

 

Maurizio Liverani