SVOLTA PER LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI?

di Barbara Soffici

Un nuovo scandalo turba non solo il Pd e il governo, ma anche le amministrazioni comunali. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha infatti arrestato il sindaco dem di Lodi, Simone Uggetti, accusato di aver pilotato, per ottenere voti, un bando d’asta per le piscine di proprietà del Comune. Venuto a conoscenza dell’indagine, partita dall’esposto della dipendente dell’amministrazione locale responsabile dello sport (costretta, con “pressione indebite”, a ritagliare un “bando su misura”), il sindaco (eletto nel 2013) ha cercato di eliminare gli illeciti, i documenti che lo inchiodavano, dai computer. Tutte le azioni concordate e le collusioni sono state però evidenziate in tempo reale.  Così, oltre la turbativa d’asta, è emersa anche una gestione arbitraria per quanto riguarda le pratiche edilizie associate all’appalto. Nel tentativo di rendere più generiche le voci del bando, sono state infatti alleggerite le voci dei lavori che il vincitore dell’asta avrebbe dovuto effettuare nell’impianto comunale: così il “rifacimento integrale” degli spogliatoi improvvisamente si è trasformato in una semplice “riqualificazione”.  Il fatto che, per l’ennesima volta, un esponente del Pd sia rimasto coinvolto in un caso di corruzione, ha impensierito, non poco, il premier. Che però non può negare, in generale, di essere consapevole, da tempo, che le amministrazioni comunali non gestiscono sempre le loro competenze con correttezza. Non si spiega, altrimenti, perché abbia incaricato il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, a  standardizzare le definizioni dei regolamenti edilizi.  Il caso del comune di Licata, dove in passato amministrazioni scriteriate hanno permesso e poi condonato la costruzione di villette sulla spiaggia (ovvero sul terreno demaniale), villette che ora vengono abbattute, in quanto abusive, dopo trent’anni, per ordine della procura, è una chiara testimonianza della scarsa responsabilità delle amministrazioni e del senso di impunità che pervade questo campo. E’ ormai evidente a tutti che gli abusi contro lo Stato non sono condonabili, né prescrivibili. Ma quello che sconvolge è l’atteggiamento prepotente e arrogante di quelli che hanno commesso gli abusi e che ora si ribellano all’ordinanza di demolizione. E’ inconcepibile che alcuni possano pensare non solo di poter aggirare impunemente la legge, ma anche di poter usucapire, con il tempo, gli abusi commessi. Chissà se il Regolamento Edilizio Unico a cui sta lavorando il ministro Madia (la cui entrata in vigore era stata fissata per il novembre del 2015!) riesca finalmente a semplificare la giungla normativa e rendere omogenee le definizioni  edilizie in tutta Italia, dal nord al sud, impedendo così la gestione arbitraria dei Comuni sulle pratiche e sugli abusi.  Ai posteri ardua sentenza.

 

Barbara Soffici