TANTO RUMORE PER… MOLTO (…mentre Salvini annuncia la fine…)

TANTO RUMORE PER… MOLTO
(…mentre Salvini annuncia la fine…)

di MAURIZIO LIVERANI 

Il potere mediatico è in mano a una congrega che su ogni rete rappresenta la solita commedia dei dibattiti, delle polemiche, degli orientamenti del futuro che si fa sempre più incerto.

Il pubblico televisivo non esiste sul piano culturale ed esistenziale; si direbbe che non abbia più fiducia in se stesso anche come essere pensante.

Molti di quelli che spuntano sul piccolo schermo danno l’impressione di essere degli stolidi oracoli.

Ormai il gioco è scoperto. Le trasmissioni politiche sono tendenziose.

Tutti i media vivono nell’isteria del virtuale; falsano la verità.

Un tempo gli intrattenitori politici della televisione avevano un’ampia provvista di aforismi e di humour; ora che la politica è piena di preparati mentali scoloriti si torna ad attingere nel pozzo della volgarità.

Il tecnocrate sfugge a tutte le tradizionali categorie politiche. E’ ideologicamente indefinibile, al di là della politica; segue soltanto i dettami dell’efficienza; ostenta una spiccata indifferenza a mezza strada tra noia e fastidio per i contrasti politici.

In tecnocrazia tutto tende a diventare puramente tecnico. Anche il totalitarismo strisciante è perfezionato con tecniche che diventano, progressivamente, più raffinate.

La storia continua a “battere il passo”, obbedisce all’ordine del riciclabile. Avremo una crisi continua, nuove ondate di odi etnici, nuove forme di sfruttamento all’ombra di ideologie che a questo sfruttamento hanno promesso di opporsi.

L’Italia è malata sin dal dopoguerra quando alla distruzione seguì la corruzione.

Persino le “coscienze morali” appaiono, oggi, “pappe molli”, non più sincronizzate con un grande destino.

Oggi quel che più sconcerta è la regola del giornalismo impegnato a blandire e a offuscare.

MAURIZIO LIVERANI