TOTTI, TROPPO TARDI

TOTTI, TROPPO TARDI
 
 
di MAURIZIO LIVERANI
 

Quanto sta avvenendo nel mondo del calcio incentiva le più nere previsioni su questo sport nazionale. Milano ha ceduto i suoi gioielli, Inter e Milan, ai cinesi dando eco alla decadenza calcistica della città lombarda. Analisi serie su queste svendite hanno il sapore di bollettini di guerra. La fiducia dei milanesi e dei romani sulla sorte delle loro squadre è incrinata da tempo. Con missilistica progressione la società della Roma, dopo essere stata a lungo a galleggiare in uno stagno come Ofelia, è passata in mani americane. I campioni più rappresentativi, consapevoli del dissesto, speravano di restare nella casa madre come strumento di integrazione nella Capitale. Comportandosi da plenipotenziario di chi non tollera queste programmate cessioni, il calciatore simbolo della Roma ha rotto il fronte compatto delle complicità, denunciando alla stampa cosa sta mutando in peggio nello sport preferito dagli italiani. Francesco Totti ha fatto uno sfogo da innamorato tradito. Con uno sguardo rabbioso ha reso noto alla tifoseria romana del comportamento sleale dei dirigenti giallorossi, i quali hanno proceduto nei suoi confronti aggirando ogni forma di correttezza sportiva. La scoperta dell’intrigo ha colpito il senso morale degli sportivi e della città tutta. La conferenza stampa del popolare calciatore provoca, con molto ritardo, sdegni moralistici.
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La fissazione dei soloni italiani è sempre quella di prendere la pole-position in tutte le “formule uno” dove c’è in palio il potere.

La situazione italiana non è allarmante perché c’è un vuoto di potere; lo è perché ci sono troppi poteri i quali vanno ognuno per proprio conto, contribuendo alla disgregazione della nazione.

Tutte le forze che detengono il potere cercano di illudere che il mondo da esse rappresentato racchiuda le aspirazioni degli italiani.

L’”apparato” considera le giovani leve alla stregua dei tafani che tormentano il bestiame.

Opinionisti e anime “elette” che si spacciano per saggi si appellano a vecchi schemi, tratti da obsolete ideologie dietro le quali si consuma la loro insignificanza.

MAURIZIO LIVERANI 

 
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)