I TRUCCHI DEL GRANDE FRATELLO

di Maurizio Liverani

Matteo Renzi sa muovere la macchina del governo molto bene al punto da dare esca a un’opposizione che non è l’alter ego della sinistra ma coabita con la sinistra. La finalità dei suoi piani è di costruire il solito giochetto – destra sinistra – all’interno del suo partito. Quello che resta dell’antica destra si appropria delle briciole dello scontro pur di dare l’illusione di essere ancora viva. E’ la sua una utopia ridotta all’osso; con la sua informazione si inserisce nello scontro tra renzismo e sinistrismo anti. In altri termini, nessuno nel Grande Apparato mira a cambiare la vita. Umberto Eco ha scritto: “Il potere che ci inquieta è diffuso, un’impresa collettiva e acefala che sta riducendo la libertà di ciascuno”. Disse questo a un convegno su “Televisione, informatica e telecomunicazioni”. Sottintendeva, ma non lo disse, l’urgenza vitale di stare al di qua dell’esecuzione, del disegno del Grande Fratello, di scompaginare i suoi programmi con una “nuova” desistenza o addirittura con una nuova resistenza; fare in modo che il Grande Apparato resti solo a gestire il “nulla”; il prolifico “nulla” si esaurisce se gli si dimostra che non ha alcun privilegio sopra di noi. All’interno del Grande Apparato si scannino da soli. “Viviamo in una specie di 1984 – scrive ancora – dove un Grande Fratello può sapere che cosa facciamo in pochi minuti”. Questa entità astratta incute paura soltanto ai gonzi. Gioca a nascondarella o meglio a nascondino. Anni fa, il consigliere di Berlusconi, lo scomparso Baget Bozzo, attribuì alla Curia romana l’intenzione, già tentata con Andreotti e con Scalfaro, di richiudere la “Breccia di porta Pia”. Preso in questo gioco di specchi -tra minacce di caos e reazioni cruente – dovremmo arrenderci presi dal panico. Il Grande Fratello è un grande fantasma che dirige le sue mosse da impenetrabili rifugi. Questa impenetrabilità è la forma della nuova dittatura; eserciterebbe la coercizione degli animi da indurre molti a obbedire. Di qui la necessità di annegarsi nel conformismo, nel gregarismo. L’italiano si sente individuo soltanto allo stadio; fuori tende all’appiattimento nel gregge. La destra, in queste condizioni, pur agitandosi, è “anoressica” di potere. Spera soltanto che il Grande Fratello possa fare cilecca.

Maurizio Liverani