TURIAMOCI IL NASO SU OTTONE

di Maurizio Liverani

Era una domenica, esattamente il 28 ottobre del 1973; la ā€œStampaā€ di Torino ci serviva inaspettatamente, come un superbo fagiano con tutte le sue penne, Indro Montanelli. Pieno di fuoco e di baldanza, lā€™articolo campeggiava nella pagina dā€™onore, la terza, annunciato sulla prima con unā€™immagine del giornalista principe il quale aveva lā€™aria di chi sia entrato finalmente in paradiso. Uscito dal groviglio di serpi del ā€œCorriere della Seraā€ da quando, automedonte del quotidiano milanese, era subentrato come direttore Piero Ottone, il quale, pieno di invidia, per liberarsi dello sfavillio della firma di Cilindro, piĆ¹ noto come Indro, ebbe lā€™idea di fare un giornale senza firme. Voleva procedere a un livellamento dei valori allā€™interno del giornale in modo da evitare che ci fosse una suddivisione in classi: da un lato le ā€œfirmeā€ prestigiose e dallā€™altro i ronzii del giornalismo. Non avendo mai cessato di sentirsi contingente e trascurabile, Ottone, di recente scomparso, non sopportava chi potesse sovrastarlo e, siccome erano in molti a poterlo fare, si mise a valorizzare le mezze calzette del giornalismo. ElaborĆ² un programma, goccia a goccia, come una stalattite. Tenero e sottomesso, sorridente come un inglese di elevata classe sociale, Piero Ottone escogitĆ² un modo di sbarazzarsi, oltre che di Montanelli, di Bettiza e di Zappulli, i quali, restando al ā€œCorriereā€, gli avrebbero fatto sempre vivere la vita intellettuale del pigmeo. Montanelli, non potendo piĆ¹ usufruire della sua firma e lasciando anonimi i suoi articoli, non volle vivere una ā€œcrocefissione in rosaā€ (la definirebbe cosƬ Henry Miller) continuando a lavorare ā€œsottoā€ il nuovo direttore. La rottura lā€™aveva accortamente preparata lo stesso Indro criticando il ā€œCorriereā€ infiacchito, a suo avviso, dalla nuova gestione. Oggi il quotidiano dedica un articolo elogiativo di Piero Ottone riconoscendogli un coefficiente intellettuale con una bussola ideologica orientata verso il giornalismo anglosassone. Nel supplemento ā€œ7ā€ del Corriere lā€™argomento trattato ĆØ lā€™ā€invidiaā€. Beppe Severgnini titola il suo intervento in questo modo: ā€œCosā€™ĆØ lā€™invidia oggi? Fastidio per il merito e la competenzaā€. Quel fastidio che Ottone dimostrĆ² verso lā€™inviolabile supremazia di Indro Montanelli. Le pallottole dellā€™articolo sono previdenti, prendono di mira, in copertina, Sofia Loren che guarda di sguincio il decoltĆ© di Jayne Mansfield. PiĆ¹ clamoroso caso dā€™invidia rimare sino ad oggi quello commesso da Ottone. ā€œTuriamoci il naso e votiamo Dcā€, la famosa affermazione di Montanelli ora potrebbe suonare: ā€œVotiamo lā€™ipocrisiaā€.
Maurizio Liverani