TUTTO SI RIDUCE… IN ELEGANZA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

 TUTTO SI RIDUCE IN ELEGANZA
La censura ideologica è il guaio che ha interrotto il volo del nostro cinema. Dico cose note ma che non vengono mai ripetute. Di questa censura ne sono stato vittima e in occasione di questo festival veneziano voglio ricordare la vicenda del mio film “Sai cosa faceva Stalin alle donne?” (1969). Al festival fu presentato in una sezione a parte dedicata soprattutto ai giornalisti ed ebbe un grande successo. Spiegabilmente, non lo ebbe nel Paese fatta eccezione per Bologna dove i comunisti erano toccati dalla grazia dell’intelligenza e il film fu al secondo posto degli incassi della “tornata” natalizia. Fu “smontato”, come denunciò un consigliere liberale, per l’intervento del sindaco di allora. A Roma resse bene sinché l’esercente, sotto “dittatura” fu costretto a “rimuoverlo”. Il povero e simpatico titolare in bel romanesco mi disse: “Ma non potevi fa’ un film western… proprio con quelli te la dovevi prenne?…”. Non so ancora se il mio film sia di destra o no. Ennio Flaiano nel “Frasario essenziale per passare inosservati in società” ne parla come un divertente saggio sul divismo rivoluzionario e cita alcune battute: “Stalin era più che un eroe, era un uomo che sapeva vestire”. “Trotzkji amava l’eleganza e le uniformi, se ne fece disegnare una da Annekov, famoso sarto hollywoodiano”. Per concludere: “Tutto si riduce in eleganza”. Alcuni anni fa, a un festival di Venezia, lo stesso Ennio Morricone, autore della colonna sonora, mi disse: “Nel 69’ il tuo film era reazionario, oggi è attuale”. Viene proiettato in televisione in piena notte, ma è apprezzato nei cineclub. Il primo ad accorgersi della provocazione fu Pier Paolo Pasolini. Mi spiegò che “avevo fatto un bello scherzo agli snobisti del Pci”. Precisò: “La loro cosiddetta egemonia culturale confida nell’indifferenza generale della cosiddetta ‘destra-culturale’ che, con la sua ignavia, a questa egemonia dà un contributo decisivo”. Leonardo Sciascia, che aveva previsto la fine del comunismo e di tutte le forze che fanno leva su una Italia dominata da uno spirito ottuso e arcaico, si complimentò con me: “Hai dato un contributo a questa demolizione”.
 
 MAURIZIO LIVERANI
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GLI AFORISMI DI OGGI
Quando Alberto Sordi cominciò a non amarsi come quintessenza del furbo, non gli riuscì di “paralizzare” il suo “io” cinico.
“La vita è una sciocchezza”, mi disse Roberto Rossellini qualche anno prima di morire, “che non merita di essere involgarita dalle ideologie”.
Il “sociale” è l’argomento favorito, sfogo magnifico che incontra il favore dei cineasti privi di talento.
In fatto di “sentimento” ci siamo fermati alle riviste patinate. In fatto di idee, ovunque dilaga uno sconfortante spirito di adattamento.
L’impresario paga di tasca propria; lo Stato teatrante paga con i soldi tratti dalle nostre tasche.
MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)