ULTIMA SPIAGGIA?

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI 
 
ULTIMA SPIAGGIA?

Il papa vede la sovrappopolazione come un pericolo per le “gioie della famiglia”. Fino a poco tempo fa consigliava alle mamme di non “produrre” più di tre figli. Leone Tolstoj per ovviare alle stesse gioie si votò, come scrive nella “Sonata a Kreutzer”, alla castità. “La nascita è la più atroce delle calamità”, sentenziò Ambroise Bierce, uno scrittore che arrivò al punto di accusare i contraenti in matrimonio di compiere, con la procreazione, un atto contrario alla democrazia. Papa Francesco, dopo essersi irrigidito contro l’incremento delle genti come Mao, ha deplorato la riduzione delle nascite, soprattutto in Italia, molto prima che piombasse su di noi la pandemia; senza quasi rendersene conto, coglie le notizie degli assalti del virus come un segnale d’allarme. Per ora, l’unica cosa che si riesce a cogliere è il votarsi generalizzato al malthusianesimo. Nel saggio sul “Principio della popolazione” Thomas R. Malthus vedeva nella crescita delle folle un succedersi di calamità, di guerre e di carestie; oggi, molti ne sono convinti, spaventati dall’invasione della pandemia. La Chiesa ha, verso questi fenomeni tragici, un atteggiamento distaccato. Non basta avere un Papa simpatico per ritrovare fiducia nell’avvenire. Ricordiamo questa sentenza di uno scrittore francese suicidatosi: “Quando si cessa di sperare si comincia a vivere”. Cercava, forse, la fiducia nell’aldilà… nel quale non credeva. La Chiesa ha detto, con la vocina del Papa, che bisogna tornare all’origine della santità. Dotato di un intuito gesuitico, Papa Francesco, di origini italiane, sa come gli italiani siano dei credenti che stanno alla fede come il lucignolo alle vampate di un vulcano. Sono cattolici nelle pratiche di devozione ma la loro religiosità è quella scolorita dei democristiani di sempre, cioè, pronta a ogni compromissione. Per ridare vigore a questa religiosità di facciata, a questa fede un po’ sfatta, Francesco si è immerso nel candore popolare. In compenso c’è in lui schiettezza, immediatezza che conquistano qualche volta anche il non credente. L’italiano è, politicamente e religiosamente, svagato e provinciale. La fede è vissuta come l’ultima spiaggia. Non c’è bisogno di ricorrere ad alcun ardimento, ad alcuna audacia per trovare accordi ritenuti inconcepibili dalle “avariate” ideologie. Il Papa, nel momento in cui ritiene necessario moralizzare, si imbatte in un problema di proporzioni ciclopiche come quello della natalità. 
 
MAURIZIO LIVERANI