UN AIUTO INATTESO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

UN AIUTO INATTESO
Molti si sorprendono perché Silvio Berlusconi possa essere ancora animato da fecondissimo spirito innovatore. Riesce sempre a cavare, come da un limone un po’ spremuto, le gocce migliori che per lui non sono mai le ultime. Alla sua età non cerca mai di fregiarsi della fama del grande vecchio;  dalla politica, pur così malconcia com’è in Italia, ricava un senso di benessere non offerto da opinionisti molto più giovani di lui. E’ sempre pronto a intervenire perentorio nella politica tanto che nessuno riesce a usare, con lui, la spregiativa espressione di “ritorno di un oscuro passato”. Non è, insomma, una figura anemica, essiccata. Nutre una certa simpatia per Matteo Salvini di cui si ritiene, ma non lo dichiara, padre ideologico; Salvini non ha alcuna intenzione di liberarsi dell’eredità pragmatica di Silvio. Se in Italia c’è stato un passato oscuro, la causa è da ricercarsi nell’efferatezze del comunismo dal quale senza esitazioni si staccano, soprattutto, molti giovani che vedono nel leader leghista, nel male e nel bene, regalare un po’ di democrazia con la speranza di una durevole e civile convivenza. Luigi Di Maio, decifrato questo piano del suo alleato, cerca di fargli lo sgambetto. Intanto prendiamo atto che per Salvini gli insulti sono un tonico; anatemizzare non è risolvere. Il leader della Lega ha promesso lavoro e ha escogitato formule per ottenere questo risultato. Di Maio e Zingaretti gli regalano continuamente fango. Salvini subisce scalfitture, ma al momento del voto i consensi aumentano. Una disposizione mentale alla generale colpevolezza di tutta la classe politica infanga in maniera esigua il leghista; contro di lui si impegnano giornalisti di larga esperienza affaristico-parlamentari con giudizi avventati. Chi lo vota vede in lui un politicante non venale, che ambisce ad avere più potere per far rinascere il Paese. Fa tutto questo senza l’atteggiamento di un dottrinario presuntuoso; forse lo è, ma gli italiani che lo sostengono apprezzano la sua arroganza alternata al sorriso facile. Svelto, burlone come i vecchietti dei film americani, Silvio Berlusconi, suscitando il furore degli avversari, ha rivelato che Putin lo ha assicurato di non aver mai dato aiuto al leader della Lega. Berlusconi, tempestivamente, ha fatto conoscere agli italiani che Salvini non è nel libro paga della Russia. Questa rivelazione scardina tutti i giochetti e i giochini che i politici adottano per far cadere il leghista e arrestare la sua irresistibile ascesa. “Se l’uomo delle caverne – ha detto Oscar Wilde – avesse saputo ridere, la storia avrebbe avuto un altro corso”.
—————————————–
In Italia siamo abituati a un parlamentarismo relativamente indecente: poco colto, poco dignitoso, poco fecondo.
Nell’aula, “sorda e grigia”, di Montecitorio regna prolissità, pesantezza, pedantismo; per infrangere la noia c’è soltanto l’invidia con le sue furie e le sue rampogne.
Quando non urlano, i parlamentari rientrano nel quadro di un velleitarismo parolaio.
Il distacco di una personalità di rilievo crea un clamore che si cerca di riassorbire con il silenzio.
Il cammino del leninismo, giovandosi dello screditato partito cattolico, è simile a quello del tarlo nel legno.
MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)