UN EROE OSCURATO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

UN EROE OSCURATO

Alle celebrazioni dell’Unità d’Italia le cronache evitano il più possibile il nome di Giuseppe Garibaldi. Quando era presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro affermò che per l’unità del Paese avevano giovato più “Le mie prigioni” di Silvio Pellico che la presa di Porta Pia. Il nome dell’Eroe dei due mondi è puntualmente oscurato nelle ricorrenze di questo anniversario. Via via si è coperto il Risorgimento con la pelle cattolica, la pelle socialista, la pelle liberale. Mai con quella massonica e, quindi, quella di Garibaldi.

I rubli sovietici hanno tenuto in piedi riviste come “Rinascita” e “Il Contemporaneo”. Gli errori dell’Urss dovevano essere considerati contraddizioni di un sistema sostanzialmente sano. Nel calderone delle “contraddizioni” si trovavano i fatti d’Ungheria, quelli di Praga, la persecuzione degli intellettuali dissidenti. Mentre Jean Paul Sartre era sempre più aspramente polemico verso l’opprimente burocratizzazione dello Stato sovietico, l’intellettuale “organico”, in Italia, è sempre stato “allineato”.

Il sistema delle sovvenzioni allo spettacolo è strutturato in modo che stiano relativamente meglio coloro che lavorano peggio e che abbiano intralci coloro che lavorano meglio. Renato Brunetta ha tutte le ragioni quando tocca questo tasto. E’ un vulcano e non un leader aggrappato ad assurde cautele. L’uscita dal regno del protezionismo è la sola via per la rinascita dello spettacolo. Il concetto del protezionismo fu elaborato negli anni del fascismo; legato a una forma di controllo e trasfuso nel successivo regime.

Si sta sperimentando nei partiti un nuovo modo di operare: difendersi l’un contro l’altro, cancellando dalla propria condotta un’ideologia interamente ispirata all’odio. Una vita pubblica non intrisa di odio andrebbe a onore della specie umana. 
 
MAURIZIO LIVERANI