di MAURIZIO LIVERANI
Installando al vertice di Forza Italia nelle elezioni in Basilicata un generale, Silvio Berlusconi ha fatto finalmente capire cosa pensa dei politici italiani. Per anni ha tenuto intorno a sé dei cagnotti, cioè quei tipi che in politica vanno dove li porta il tornaconto. “Gli opportunisti –scrive Emil Cioran – hanno salvato i popoli; gli eroi li hanno rovinati”. Quindi, è inutile gettare ridicolo su una figura che, grazie alla sua imparzialità intellettuale, può essere utile sia a destra che a sinistra. Fiutata l’aria che tira, il generale si è gettato nell’alta devozione per Berlusconi. Dicono che abbia sempre avuto una grande stima per Silvio. I partiti continuano a mettere di cattivo umore gli italiani; considerano anche i politici attendibili improponibili. E’ quasi meglio che le cose cambino che quelle più “adorate” decadano e vadano in sfacelo. “Dal momento – come scriveva nei ‘Fogli di diario’ Carlo Cassola – che non si possa fermare la decadenza e lo sfacelo dentro di noi, cambiamo qualcosa con l’immaginazione e, in mancanza di questa, cambiamo partito”. Il trasformismo rappresenta tutto. Silvio Berlusconi è disposto a fare sacrificio di sé medesimo e uscire da questa mentalità di intrigo dei vari trasformismi. La scelta di un generale è una risposta al rigido partitismo che, invece, cerca sempre di riprendere quota. In questi irrigidimenti tardivi, gli italiani scorgono segni di decadenza; è nei tempi di decadenza che la politica può reinventarsi. Le élite italiane non sono le sole a far quadrato attorno alla propria fortezza. Lucio Apuleio è stato il tipico intellettuale della fine di un grande impero. La sua opera più importante è “L’asino d’oro” in cui la vicenda di Lucio – caduta e redenzione dell’uomo – ha un valore allegorico. Lucio si trasforma in asino e diventa uomo. Anche negli emblemi si cela spesso il destino di chi li sceglie. Il generale prescelto da Berlusconi potrebbe diventare premier e così verrà risparmiata agli italiani la sequela di amarezze. A palazzo Chigi abbiamo avuto quasi sempre l’incarnazione dell’”utile idiota”. Il prescelto ha già appagato tutte le sue ambizioni. Liquefacendosi l’autorità dei piccoli gaulaiter, prima che FI si riduca in un vuoto nullificante, meglio dare i galloni del comando a un generale, sanzionando che l’Italia non sarà mai un Paese vassallo.
MAURIZIO LIVERANI