UN RAPPORTO ELETTIVO
Sul palco del Teatro Torlonia Elena Arvigo darĆ corpo e voce al carteggio traĀ Luigi PirandelloĀ e Marta Abba con Non domandarmi di me, Marta mia, testo di Katia Ippaso, per la regia di Arturo Armone Caruso, in scena dal 6 allā8 marzo. Uno spettacolo che rievoca il rapporto elettivo dellāattrice con il suo maestro proprio nelle ore che seguono la morte di Luigi Pirandello. In quella notte non solo si fa vivo il fantasma dello scrittore siciliano, ma vengono chiamate a raccolta le eroine pirandelliane. Non domandarmi di me, Marta mia si situa in un preciso punto del tempo, il 10 dicembre del 1936, data della morte di Luigi Pirandello, e in un preciso punto dello spazio, New York, dove Marta Abba stava recitando al Plymouth Theatre di Broadway. Quella sera, dopo aver fatto al pubblico lāannuncio dellāimprovvisa scomparsa di Pirandello, alla fine dello spettacolo Marta Abba si trova da sola nella sua camera di Manhattan. Legge lāultima lettera che Pirandello le aveva scritto, solo sei giorni prima della sua morte. In quella lettera, lo scrittore non accennava alla sua malattia. Ā«Nella calma allucinata di quella notte, dopo la rappresentazione, Marta si trova a dover fare i conti con il suo passato ā racconta Katia Ippaso, autrice della piĆØce ā Lāattrice ha portato con sĆ© le lettere che negli anni le ha scritto Pirandello dal 1926 al 1936 ma anche quelle che lei aveva indirizzato al suo Maestro. Le sparge sul letto e sul pavimento, vi si immerge, e rievoca cosƬ la loro storia, la storia di un rapporto elettivo, segreto per gli altri, e in una qualche forma incomprensibile, āun fatto dāesistenzaā, annotava Pirandello in una lettera del ā29. Ć una notte di veglia, in cui si fa vivo non solo il fantasma di Pirandello, ma vengono chiamate a raccolta anche le immagini fantasmate di tutte le eroine pirandelliane (dalla Tuda di Diana e la Tuda alla Donata Genzi di Trovarsi, fino alla contessa Ilse deĀ I Giganti della montagna) che il grande scrittore aveva inventato per lei, per la sua MartaĀ». La camera di Marta Abba ĆØ un caleidoscopico comporsi e scomporsi di inquadrature che inseguono il fluire del testo e della tessitura musicale, dove si va a delineare una storia umana, un amore palpitante, appassionato, intellettuale e non solo, con una scrittura poetica che racconta dieci anni attraverso uno scambio di lettere animate da sentimenti, teatro e distanza. Un viaggio notturno in una corrispondenza dalla quale affiora pulsante lāemozione e il lungo, intenso e per tanti versi doloroso rapporto tra Luigi Pirandello e Marta Abba. Si intrecciano e irrompono sulla scena Ā«i temi dellāimpossibile fusione amorosa, del senso dellāarte, della vecchiaia inesorabile, della morte e della forma, anche quella dellāarte, che soffoca la vita, a suggerire il sentimento di una irrimediabile perdita, di una minaccia incombente, di unāepoca buia. Luigi Pirandello e Marta Abba si allontanano, dunque, allāinfinito nella glaciale notte newyorkese, alla frontiera tra la vita e la morte, allāalba dellāimmane catastrofe ā riflette il regista Arturo Armone Caruso ā Un teatro dāombre, con lettere, foto in bianco e nero, estratti filmati, nuvole che si addensano, in cui Pirandello si esprime tramite Marta Abba e viceversa. Lāuno e lāaltra, insieme. IncarnatiĀ».
Teatro Torlonia
6 ā 8 marzo 2020
Elena ArvigoĀ dĆ corpo e voce al carteggio e allāamore impossibile
tra il grande autore Luigi Pirandello e lāattrice Marta Abba, sua musa ispiratrice e desiderio amoroso,
che il testo di Katia Ippaso restituisce alla scena come mistero artistico ma anche storia umana,
per un viaggio intimo tra teatro, sentimenti, distanze e ricordi in una notte struggente.
Non domandarmi di me, Marta miaā¦
di Katia Ippaso
con Elena Arvigo
regia Arturo Armone Caruso
musiche originali Mariafausta
scene Francesco Ghisu
disegno Luci Giuseppe Filipponio