di Maurizio Liverani
A furia di umiltà Gianroberto Casaleggio, morendo, è diventato il personaggio più significativo del momento. A tutta prima Beppe Grillo e il compianto “rivoluzionario” del sistema informativo in Italia sembravano due figure antagoniste, non nel senso che uno è artista e l’altro loico; arte e logica sono termine insaldabili dal raziocinio. Ma sulla diversità dei modi, della loro derivazione è prevalsa una comunanza singolare. Azione e pensiero, pensiero e azione, piccole liti. Ma la diversità li ha condotti a un cespite originario; l’uno è arrogante, l’altro è pura speculazione intellettuale. In Casaleggio, come in Giorgio La Pira, prevaleva su tutto un risanamento morale, sola via di salvezza per questa umanità alla deriva. La sua figura, i suoi modi ricordano quelli del famoso sindaco di Firenze. Dentro a tanta umiltà, nel compagno di Grillo si nascondeva un rivoluzionario dell’informazione. I giornali, avvolti nelle loro censure, sono stati improvvisamente scavalcati e ora hanno non poche difficoltà a tenergli testa. Silvio Berlusconi ha riconosciuto – in un famoso colpo di scena su cui è stato ordinato l’oscuramento – che in questo momento l’informazione si fa sulla rete. I giornali se ne sono accorti un po’ tardi. Anche le particelle infinitesimali possono rappresentare su internet qualcosa di efficiente, assegnarsi, riabilitandosi, uno scopo. Internet offre alla vita una diretta comunicazione; fa la felicità anche delle piccole, remote notizie. Come previsto da Casaleggio, può fare un gran baccano, l’apoteosi di tutte le cose anche le più insignificanti. L’individuo, magari infantilmente, sente la vita attuarsi in ogni momento. La politica, chiusa nella gabbia dei palazzi, rivela tutte le sue accidentalità. Si è spalancato un nuovo palcoscenico di dibattito. Forse presto si troverà il modo di sminuirlo o di farne un uso di parte. Il teorema che si è messo in moto, carpito da Casaleggio, potrebbe tradursi in una rivoluzione nel mondo dell’informazione. Con rispetto per la maltrattata nostra cultura insabbiata dalla politica dei partiti. La gerarchia dei valori potrebbe essere attuata dalla rete e non dai politici messi in allarme da tempo. Saluti, Casaleggio.
Maurizio Liverani