di Maurizio Liverani
Non si può essere che contenti alla notizia dell’Oscar assegnato al maestro Ennio Morricone per la migliore colonna sonora. Con il mio film “Sai cosa faceva Stalin alle donne?” ho avuto l’onore di ottenere il commento sonoro dall’illustre compositore. Alla vigilia del grande avvenimento hollywoodiano sono state elencate tutte le musiche composte dal premiato tranne quella del mio film. La cosa non mi sorprende perché la pellicola, come scrisse Ennio Flaiano, era irriverente, in maniera non astiosa, verso la cosiddetta gauche-caviar. Nel suo “Frasario essenziale per passare inosservati in società”, lo scrittore cita alcune battute che definiscono bene il sapore di questo film. Eccone alcune: “Stalin era più che un eroe, era un uomo che sapeva vestire”. “Trotzkij amava l’eleganza e le uniformi, se ne fece disegnare una da un sarto di Hollywood”. “Lenin viaggiava per la Russia in Rolls-Royce”. “Togliatti si circondava di collaboratori ben vestiti”. “Krusciov non sapeva vestire”. “Malenkov era grasso”. “La rivoluzione è il soviet più la pensione”. L’autore del “Marziano a Roma” traeva questa morale: “La pensione è il soviet meno la rivoluzione. Tutto si riduce all’eleganza”. Morricone, che è un uomo intelligente, mentre componeva la colonna sonora dello “Stalin” mi disse di aver paura e di essere tentato di non firmarla. Si era nel 1969; il conformismo di sinistra pervadeva ormai anche i ceti elevati. Per molti anni ero stato critico cinematografico di “Paese Sera”; sorprendentemente, in un’intervista data a Barbara Palombelli il maestro mi definì uomo di destra e quindi non potevo essere – è il mio commento – apprezzato nelle conventicole politico-mondane e ricevere tutti i trattamenti speciali accordati agli ex di comodo rimasti legati alla casa madre. Ennio Morricone, a un festival di Venezia di alcuni anni fa, mi disse: “Il tuo film nel ’69 era reazionario, oggi è attuale”. Nei suoi occhi ho letto: “Chi te lo ha fatto fare?”. Mi si definiva di destra perché ero stato invitato da Ionesco a un convegno sulla cultura a Torino. Accettati grato ed entusiasta con un telegramma che mi “costò” l’espulsione dal partito socialdemocratico al quale non ero mai stato iscritto. Il mio film, toccato dalla grazia dell’humour nero, appare di tanto in tanto a notte fonda sul canale “Iris” di Mediaset. La mia “exeità” dalla politica è totale. “Mantiene – è Emil Cioran a dirlo – sempre nascente ogni pensiero”. Comunque, grazie Morricone per la colonna sonora che hai composto per il mio film e tante congratulazioni.
Maurizio Liverani
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Nota della Direzione:
FINALMENTE ENNIO MORRICONE HA VINTO L’OSCAR. L’OCCASIONE E’ IL FILM DI TARANTINO, MA LA STORIA DEL GRANDE MAESTRO NASCE CON IL CINEMA ITALIANO, E NE CONDIVIDE LA GRANDE STORIA. (Giacomo Carioti)