di Maurizio Liverani
La partita giocata a San Siro tra Inter e Juventus, finita con la vittoria della prima, lascia aperto il commento a qualche sospetto. Può la squadra campione d’Italia, composta dai migliori giocatori del nostro campionato, essere sconfitta da una concorrente dal nome illustre, rabberciata alla meglio? Va subito ricordato che alla Juventus, data come sicura vincente, è mancato l’apporto del giocatore che la dirigenza torinese ha strappato, per una cifra esorbitante, al Napoli. Sarebbe bastato farlo giocare un tempo, coinvolgerlo in un match per ottenere almeno un pareggio. Sorprendentemente, i capi dell’équipe torinese, allenata da Allegri, debbono aver pensato: se vinciamo, mettiamo una pietra tombale sul campionato. Spendendo milioni la Juventus è riuscita ad assicurarsi un gruppo di giocatori che, se ben disposti sul campo, potrebbero ripetere il “miracolo” compiuto lo scorso anno con una serie ininterrotta di vittorie e con in più l’obiettivo di vincere la Coppa dei campioni. Ripetere il copione con squadre non all’altezza della Juve, dilaniate da conflitti interni, avrebbe già tolto interesse al campionato. Come restituirgli prestigio con una formazione talmente superiore che si fa riconoscere sin dalle primissime partite? E’ qui il carattere distintivo della competizione. La faccia stupefatta del calciatore svizzero dopo il gol segnato ha sorpreso un po’ tutti; invece di gioire il bravo terzino si guardava intorno come per chiedere: che ho fatto? Sicuramente tutto è andato secondo le regole, ma secondo le regole da rispettare in questa partita la Juventus non doveva andare oltre il pareggio. Mettersi in fuga subito come l’anno scorso sarebbe interpretato come un segno inequivocabile che questo campionato è la copia di quello passato. Nessuna combine ma anche nessuna dimostrazione di superiorità. L’uomo da cento milioni, verso la fine della partita, è entrato in campo per confermare che in programma non c’era la vittoria ma soltanto il pareggio. Questa sconfitta ha dato il via a una serie inesauribile di commenti e messo in dubbio la convinzione che l’allenatore Allegri sia tra i migliori; c’è chi sostiene che spesso si affida a bizzarrie e che finora è stato soltanto protetto dalla fortuna. Nessuno riesce a negare che è alla testa di un gruppo di calciatori tra i più forti in Europa; nessuno arriva a parlare di risultato concordato, qualcosa di poco chiaro comunque c’è: non si lascia in panchina il centravanti migliore del momento e che nel calcio sono sempre da attendersi sorprese. Insomma, la Juventus non voleva prendere il volo. Non lo ha preso ma non ha neanche messo in discussione il valore dei suoi giocatori.
Maurizio Liverani