UNA FRASE INFELICE

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

UNA FRASE INFELICE

Nel giro di pochi mesi, per precipua responsabilità del Covid, sono svaniti ideali e l’umanità è pervasa da un vasto sentimento: la paura. Le ideologie se ne sono andate, la ripetitività porta le religioni e le fedi a declassarsi. In una recente frase papa Francesco ci fa sapere che la pandemia è la “conseguenza di un’economia malata”. I più severi con papa Bergoglio considerano questa opinione inopportuna e dettata da una lettura superficiale della realtà. Le diverse esternazioni improprie di papa Francesco inducono a pensare che avremo un pontificato breve; molti cattolici, tra non molto, arriveranno a chiedere la sua sostituzione. Gli anticlericali hanno buon gioco nello sfoderare tutti i lati riprovevoli di questo pontefice. Dal rappresentante in terra di Dio ci si aspetta che non esca dal recinto in cui la rettitudine lo ha rinchiuso. In Italia sono in molti ad attendersi una spiegazione per tutte le tribolazioni che ci dà questa pandemia. I grandi mali che affliggono l’umanità sono quelli denunciati dal papa santo Wojtyla che per il Giubileo pretese che le Chiese restassero aperte a tutti, fedeli e non fedeli. Perché anche i non credenti sono afflitti in questi tempi da un generale scoraggiamento. Con questo papa può svanire il sogno di Wojtyla per il quale fiducia e speranza non erano parole vuote; avevano il sapore di una predicazione proprio di carattere francescano. Papa Francesco si rifà al santo di Assisi ammiccando a un ospite inquietante, il nichilismo, entrato nella vita morale senza che la Chiesa faccia nulla per additarne il pericolo. L’idea di Dio è “più pratica e più pericolosa” – direbbe Emil Cioran – grazie a essa l’umanità si salva o si perde. Tempo fa, in una trasmissione televisiva affidata a Sgarbi, l’amabile professor Luigi De Marchi conduceva la polemica contro le magagne del clero e della nostra società che mortificano l’apprendimento. Aveva il merito, nel conformismo imperante, di mettere sotto i piedi tutte le cautele, i divieti interni ed esterni con uno slancio contagioso. I censori della televisione si misero contro di lui e l’ebbero  vinta. 
 
 MAURIZIO LIVERANI