UNA POLEMICA MAI CHIUSA

FATEMELO DIRE

di MAURIZIO LIVERANI

UNA POLEMICA MAI CHIUSA

Riaffiora il motivo di contrasto tra Federico Fellini e Roberto Rossellini. Per scongiurare il pericolo della progressiva diseducazione degli italiani, Rossellini, ottenuto il successo che conosciamo, si dichiarĆ² a favore di un cinema informativo e didattico; si era dato una visione profetica, una visione anticipata di una civiltĆ  di massa. ā€œGli interessi di Roberto non sono i mieiā€, ripeteva Federico, ā€œma non posso contestare le sue visioniā€. Erano gli anni in cui uno spirito profetico animava Rossellini il quale, prevedendo il declino del cinema e scongiurare questa calamitĆ , pensava che lā€™unico antidoto potesse essere il cinema ā€œistruttivoā€ rinunciando alle possibilitĆ  intuitive dellā€™arte. Replicava Fellini arrivando a sostenere che lā€™amico volesse imporre al cinema un pedagogismo scolastico. Era come se dicessero a Moravia di smettere di occuparsi dellā€™alienazione o del sesso e di scrivere libri scolastici. Per Federico le idee di Roberto erano accettabili se in tutta sinceritĆ  parlasse di se stesso rinunciando a dirigere film educativi. Fellini non ha mai rinunciato alla cieca fiducia nel cinema narrativo in opposizione a quello didattico. Non ĆØ facendo uno strumento conoscitivo che si riportano gli spettatori nelle sale. Diceva: ā€œLā€™obiettivo ĆØ una droga; lā€™uomo ĆØ inerme di fronte a una deformazione ottica. Se lā€™immagine ĆØ controllata dalle ideologie e non dal temperamento dellā€™uomo, dal suo intervento soggettivo, il cinema non ĆØ altro che un caos ottico. Prendi le fotografie della luna che pubblicano i giornali. Che ti sembra? A me sembrano le superfici di una caciotta. Le prime fotografie valide della luna saranno quelle di un cineasta che saprĆ  esprimervi un sentimento, non so, la nostalgia della terra, il senso angoscioso dellā€™enormitĆ  dello spirito. Ridurre il cinema a un semplice raccoglitore di dati statistici equivale a rifugiarsi in una qualunquistica negazione dellā€™esistenza dei temperamentiā€. Il contrasto tra Roberto e Federico ĆØ stato, per anni, questo. Questo che potremmo chiamare un conflitto si acuƬ a tal punto da minare lā€™amicizia tra i due registi. Il giorno piĆ¹ brutto per Roberto fu quello che sancƬ il successo internazionale de ā€œLa Dolce vitaā€. Fellini si illuse di chiudere la polemica dicendo: ā€œIo sono un romantico; il romanticismo ĆØ moderno come il sesso, lā€™amore e la psicanalisi. Senza questo sentimento la vita sarebbe ben grigia cosaā€. Con una punta di ferocia, Rossellini accusĆ² Fellini di voler essere un artista aristocratico e come tale ha ottenuto la consacrazione internazionale.
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MAURIZIO LIVERANI