FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
UNITI IN ASPETTATIVA
Fiutata l’aria che tira, Luigi Di Maio si è gettato nell’alta devozione del compromesso storico con il Pd. Questa volta ha cambiato “casacca” per una buona ragione mettendo di cattivo umore i colleghi che nella contrapposizione vedono la sopravvivenza. Per far uscire il Pd da una mentalità di comando, vantaggiosa per il paese, ci si può servire anche di una iattura cosmica. La verità è che gli italiani negli irrigidimenti dei partiti hanno scorto segni ineludibili di decadenza; è nei tempi di decadenza che la politica può reinventarsi. Ora che non hanno più un’ideologia, i cinquestelle possono avere naturalmente soltanto ambizioni encomiabili. Di Maio si è reso conto che i doveri della celebrità politica sono tra i più raffinati tormenti che un partito dispotico riserva al suo leader e con agilità ha lasciato con un palmo di naso i suoi alleati nell’interesse – si dice così – del paese. Certi tratti della sua condotta somigliano a quelli del “pastore angelico” convinto che ormai resterà per molto tempo nei poteri che contano.
Se chiedete a un italiano incontrato per strada di che partito è, vi guarderà esterrefatto; esiterà un po’ e alla fine, sbrigativamente, vi risponderà: “Boh!”, seguito da una risata. C’è poco da ridere, l’italiano medio che non specula sulla politica ha soltanto qualche reminescenza, sembra che si vergogni di declinare la sua fede politica.
La bocciatura delle unioni civili, dichiarata dal cardinal Bagnasco, ha lasciato del tutto indifferenti i credenti e i non credenti. La Chiesa, stando alle regole, avrebbe dovuto sostenere la destra ma non volendo aver noie con i partiti, si è schierata sulle famose convergenze parallele. Qualche tempo fa Frau Merkel fece una visita in Vaticano per sincerarsi che il papato rientrasse (essendo uno Stato a parte) nell’UE. Se ne tornò a Berlino rassicurata solo in parte; si convinse che la Chiesa è immutabile nelle sue convinzioni. Sorse il sospetto che questo papa può essere simpatico, ma non è sempre in sintonia con lo spirito del Risorgimento. Per alcuni liberali rappresenterebbe il “Vecchio che torna”.
MAURIZIO LIVERANI