URGE TRASFERIRE LA CAPITALE

I grillini hanno bisogno di “mitragliarsi” tra loro con tiri di rara precisione. Pur di sbarrare la strada a Luigi Di Maio, il quale sin dalla culla nutre l’ambizione di diventare o sindaco o presidente del Consiglio, nel suo partito c’è già chi lo ha battezzato il “solito ignoto”. Bisogna partire da questa premessa: l’Italia ha il primato di perditempo e di fannulloni. Per porsi in rilievo, anche quelli che non hanno fatto buoni studi si accreditano come talenti della politica. Per i fannulloni c’è sempre un motivo per darsi importanza: accusare la politica di essere affidata, dai partiti, a personaggi dalla mano lesta, avidi di vitalizzi, responsabili, questo è vero, della “debacle” del Paese, di questo scardinamento che non sfugge alle insidie del ridicolo. Questi perditempo si sono dati un capataz, Grillo, che per motivi giudiziari non può entrare in Parlamento e ha scelto, per porsi alla ribalta, il “j’accuse” di moda: la politica è sporca, trovando subito d’accordo moltissimi italiani che l’hanno sempre considerata il campo del malaffare. Il “gaulaiter” del M5S si arroga il diritto di giudicare gli uomini e di espellere quelli che non gradisce. Chi non accetta di essere un “utile idiota” viene messo alla porta. Abbiamo la dimostrazione che in questo movimento si odiano tra di loro alla maniera dei democristiani e dei comunisti. La tecnica fratricida è soltanto un po’ confusa rispetto a quella degli altri, perfezionata da decenni di faide. Con l’avvento del M5S è stata smentita la convinzione che in Italia ci sia la cosiddetta migliore gioventù. Grillo prende le distanze da questo drappello assurto alla conduzione della Capitale. Per riqualificare il Campidoglio ormai non c’è che una soluzione: quella di nominare un governatore con pieni poteri. Oppure ricorrere al Tommaseo il quale voleva lasciar “degradare” la città nelle mani del Vaticano e trasferire la Capitale altrove.

Maurizio Liverani