Per gallonarsi da “indipendente” non si è spostato dal proprio versante. Per guadagnarsi prestigio non si è offerto a operazioni di collateralismo con altri leader, in armonia con quell’aria di irriverenza che viene tradizionalmente attribuita ai cavalli irrequieti, ai purosangue. Questa “non appartenenza” ad alcuna corrente è una trovata niente affatto originale, ma utile in questo momento. Da essa, Matteo Renzi si attende una particolare investitura (un uomo solo al comando). Il suo ragionamento discende da un pregiudizio: quello che i giovani vogliono il nuovo a tutti i costi, senza alcun ascendente, senza richiami retorici e ideologici.
I fautori di tante calamità, da noi, sono tanti; tutti hanno concorso al rammollire gli ideali, ad affievolire gli entusiasmi, a chiedersi se questa vita sia ancora sopportabile.
A sinistra ci si comporta “come se” il comunismo fosse ancora vivo. Molta parte degli italiani considera questa sinistra di “stampo stalinista”; sopravvivenza di un’ideologia basata sull’odio e la sopraffazione che blocca e fissa gerarchie e privilegi.
Capi partito e politici, in genere, inducono solo a turarci il naso e a nutrire qualche granello di speranza.
I soffi avvilenti vengono da articoli scritti da principi del lamento che riescono a fatica a proporre qualche soluzione.
La stampa del grande patronato è ossessionata dagli errori che si stanno commettendo nella sinistra.
C’è chi esagera la paura, stimolo del nostro spirito. Senza di essa non risorge il coraggio e può anche aumentare la viltà. La paura è il motore del nostro tempo. Il timore è che si traduca in crudeltà e ferocia. Così dai tempi antichi.
AFORISMI TRATTI DAL VOLUME “AFORISMI SOSPETTI” E DALLE ALTRE OPERE DI MAURIZIO LIVERANI