VOCI INSOSTITUIBILI

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

VOCI INSOSTITUIBILI

I doppiatori italiani sono i migliori al mondo. Dobbiamo aggiungere che sono anche i soli al mondo. Negli Stati Uniti quei rari film non hollywoodiani che approdano sullo schermo conservano la lingua originale. Il dialogo ĆØ sottotitolato nella lingua tradotta nello sdipanarsi delle immagini. Francia e Gran Bretagna esigono che il volto non sia mai disgiunto dalla voce; la diva e il divo devono esprimersi con le prorpie corde vocali. Se questa regola fosse imposta anche in Italia una grossa diga arresterebbe lā€™afflusso di tanta cinematografia statunitense. Le televisioni private, come quella statale, troverebbero piĆ¹ conveniente produrre film in proprio offrendo la possibilitĆ  di lavoro a tanti attori ā€œcostrettiā€ a vivere di doppiaggio. E di solo doppiaggio molti attori italiani preferiscono vivere. La voce offre allā€™attore fantasia, pateticitĆ , ironia, sarcasmo, eloquenza. Tutti i grandi interpreti stranieri sono entusiasti del nostro doppiaggio e si contendono le migliori ā€œcorde vocaliā€. Quando dal ā€œmutoā€ si passĆ² al ā€œsonoroā€ molti divi di Hollywood furono cancellati dagli schermi. Non era ammesso prestare alle loro interpretazioni voci di altri. Charlie Chaplin (pur ostile al sonoro) riuscƬ nel salto. Il grande Rodolfo Valentino questa prova non lā€™avrebbe mai superata; la morte lo sottrasse allā€™esame voce-volto. Il neorealismo ha danneggiato una gloriosa tradizione contrapponendo a un vero attore una persona incapace di esprimere ā€œartisticamenteā€ nullā€™altro al di fuori della propria presenza. Chi vuole porre uno stop alla marea dei film americani si pone contro questa categoria meritoria. Fino a quando tanti film e filmacci si installeranno nei canali televisivi la voce del doppiatore sarĆ  sempre indispensabile. A Sean Connery, a Roger Moore la voce del compianto Pino Locchi piaceva: non ne avrebbero accettata unā€™altra. Indimenticabile la voce di Rosetta Calavetta che arricchisce il fascino di Marilyn Monroe. Laurence Olivier pretendeva il ā€œtrapiantoā€ della voce di Gino Cervi. Si sono affrontate due fazioni: una vede nel doppiaggio la rovina del cinema, lā€™altra la salvezza. Oggi lamentiamo la graduale scomparsa dei grandi doppiatori che, come Emilio Cigoli, Lilla Brignone e Ferruccio Amendola, miravano ad altri film; la loro prepotente vocazione li ha costretti a un lavoro di grande utilitĆ .
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Ā MAURIZIO LIVERANI