WALTER “PALABRA ORIENTADORA”

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

WALTER “PALABRA ORIENTADORA”

Da Walter Veltroni possono venire sempre delle sorprese; ad esempio, che, vista la gran farsa politica italiana, si possono scambiare i piani della destra e della sinistra e fare dei due avversari una coalizione. I chierici devoti al sinistrismo sono perplessi perché lo sanno dotato di humour. E’ la grande risata che impensierisce seriamente i suoi ex compagni; tra tutte le rivolte dello spirito è la più micidiale. Antonello Trombadori era un grande amico di Ennio Flaiano; lo considerava alla stregua di un compagno dal carattere dispettoso pur sapendo che l’ispiratore della “Dolce vita” dicesse ripetutamente: “Non ho letto Karl Marx, ma sono amico di Antonello Trombadori”. Gli anti-Marx rappresentano l’oppositore moderno: nonostante gli sforzi di apparire tolleranti e comprensivi, sono torturatori dei dogmatici, capaci di esulcerare gli animi. Con loro si muore di noia per quel insistere nella distinzione destra e sinistra che fino a qualche tempo fa metteva di buonumore; oggi non ha molta attrattiva. Veltroni ha preso le distanze da questo lager un po’ comico e fa capire che non vi porterebbe mai il suo “geniaccio” anche se vi potrebbe trovare una collocazione in ruoli di prestigio. I suoi sostenitori si attendono da lui sempre delle novità: è da tempo editorialista del “Corriere della Sera”. E’ evidente che è in sintonia con un mondo capitalista. Fin da ragazzino si è schierato a sinistra con un’aria  da corretto borghese; poi si è accorto, o ha finto di accorgersi, di come sono andate le cose nel comunismo mondiale. Il “fantasioso” comunismo conosciuto in libri come “La fattoria degli animali” e “1984” gli dovrebbero aver aperto gli occhi. Ha scelto un singolare modo di “soffrire” per le proprie idee. Come ministro dei Beni Culturali aveva rilasciato una dichiarazione sorprendente: “Se avessi saputo non sarei mai diventato comunista”. Riconosceva di essersi trovato in un ingranaggio di cui non conosceva bene le origini. Un ministro della Cultura così ignaro non si era mai visto. Possibile, ci chiedemmo, che non abbia mai letto “La mise a mort” di Louis Aragon? “Avevamo un bel profetizzare la tragedia – scrive Aragon – chi poteva immaginarla a casa propria … Noi lì, pieni di terrore e di rivolta”. Si riferiva ai famosi fatti di Ungheria. Veltroni sembrò essere un ex che si riconosce il diritto di sbagliare perché non sapeva. Oggi la storia è diventata il suo forte. Conosce tutte le lacune del mondo capitalista che, al contrario del mondo comunista, “va ancora” mentre il comunismo è un abito smesso. Approdato a una forma di onestà intellettuale, impartisce lezioni sul “Corriere della Sera”, segno che è proteso verso le alte sfere del potere. Si è amalgamato con la politica con grandi ambizioni. E’ pronto a essere una “palabra orientadora”. 
 
 MAURIZIO LIVERANI