ZIO VANIA ALL’ARGOT FINO AL 17 APRILE

Dopo Tre sorelle e Il Gabbiano, per il progetto Sistema Cechov a cura di Uffici Teatrali, debutta all’Argot Studio Zio Vanja dal 29 marzo al 10 aprile 2016, per la regia di Filippo Gili.

Zio Vania è la storia di donne e uomini, anche qui come in Tre sorelle, fatti evadere da un’epoca, senza gli strumenti per attraversarne un’altra. La storia di un appellativo che di contorno può essere importante, centralizzato, come non può che esserlo se titolo, diventa ridicolo: zio. La storia di uno zio: della sua viltà, del suo errore, del suo rancore, dalla sua tardiva megalomania. Tutto così di oggi, a pensare quanti di noi, per paura di vivere, affidano alle tasche di un idolo – spesso poi crollato – il portafoglio della propria gloria.

Affrontare Zio Vanja significa pescare dal mazzo inesauribile di Cechov altri quattro jolly da infilare in un ecosistema identico a quello di casa Prozorov. Più che mai, anche qui, il Tempo come Chrono, che scardina goccia dopo goccia le aspettative di realizzazione, soffoca il Tempo come Kairos, confonde le topiche della vita in attimi qualsiasi, le annichilisce e le fa fuggire lasciando in una perenne stazione i viaggiatori. E in Zio Vanja, particolarmente, è il fuoco massimo di questa confusione, sì, ma soprattutto il luogo massimo di un perché non fatale, ma vile, di quella fuga mancata, di quel rimanere a terra col peso di eternare non un senso, una ragione, una individualità, ma il punto interrogativo dietro a tutto questo.

Filippo Gili

                                                         

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ARGOT STUDIO

Argot Produzioni

29 marzo | 17 aprile 2016

Sistema Cechov: ZIO VANJA
di Anton Cechov

un progetto di Uffici Teatrali

con Ermanno De Biagi è Aleksandr Serebrjakov, Alessandro Federico è Michail l’voviè Astrov, Paolo Giovannucci è Ivan Petroviè Vojnickij, Matteo Quinzi è Il’ja Il’iè Telegin, Emanuela Rimoldi è Sof’ja Aleksandrovna (Sonja), Chiara Tomarelli è Elena Andreevna

regia Filippo Gili

scene Francesco Ghisu

costumi Daria Calvelli

foto locandina Fabio Lovino