Afferma Jean-Jacques Rousseau : “Noi cerchiamo di conoscere soltanto perché desideriamo godere”.
Ai giovani abbiamo regalato la sfiducia, l’incertezza dell’avvenire, la droga e le discoteche. In Italia la contrapposizione tra le generazioni degli anziani e i giovani è particolarmente acuta. I primi tutelano le loro misere pensioni; i secondi vedono delinearsi un futuro sottratto alla speranza.
Il mondo nuovo promesso dai vincitori dell’ultimo conflitto dove si lascia decifrare? E’ ancora possibile cercare quella visione dell’umanità redenta?
Gli elettori diventano sempre meno numerosi perché c’è il sospetto che prevalga quella che Milton Friedman chiama la “tirannia dello status quo” e che Calderon de la Barca sintetizza in questo interrogativo: “Perché cercare il traditore quando il tradimento è già avvenuto?”.
Quando Tito venne in Italia, nel ’71, gli azzeccagarbugli del Ministero degli Esteri lo misero in guardia: “Osservi quando gli riempiono il bicchiere che il vino esca dalla stessa bottiglia di quella del presidente italiano (in quegli anni sul Colle c’era Giuseppe Saragat), se nota qualcosa di sospetto, avverta subito gli agenti del seguito”.
Quando un leader cavalca su parole come “messaggio forte”, “mandare un segnale al Paese”, “una manovra a tutto campo”, vuol dire che il suo cervello è un recipiente ove lava le verdure del vetero-marxismo.
Il socialdemocratico Helmut Schmidt, quando era a capo del governo, si rese famoso con questa frase: “Non vedo perché dovrei stringere la mano a un terrorista!”.
Per normalizzazione si intende che viviamo in un clima politico kafkiano della paura, dove chi si rifiuta di essere un giornalista erariale, uno scialbo campione di servilismo, un compunto sacerdote del verbo di sinistra deve fare i conti con i maestri della repressione.
MAURIZIO LIVERANI
Aforismi e commenti tratti dai libri di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli